Claudio Capone e Alessandro Angeli, tiratori dalla classe immutata

Tra le medaglie conseguite ai recenti Campionati Europei di Malaga, spicca quella d’oro ottenuta dalla Nazionale MaxiBasket Over55. Protagonisti della finale vinta contro la Serbia, Claudio Capone e Alessandro Angeli. Con percentuali di tiro strepitose, all’età di 57 anni, si confermano tiratori dalla classe e tecnica immutata. Ex professionisti, hanno avuto la fortuna di apprendere i fondamentali quando gli allenatori insegnavano i medesimi fondamentali lungo tutta la penisola. I risultati si vedono ancora adesso.

Claudio Capone, crescita sui campetti

Ciò che distingue l’insegnamento dei fondamentali oggi rispetto al passato – dichiara Claudio Capone - è certamente la quantità di tempo che vi si dedica. Io ho avuto la fortuna di costruire i fondamentali anche attraverso esperienze che i ragazzi di oggi non fanno” Altra scuola, altre esperienze.Nei miei allenamenti mi portavo dietro un bagaglio fatto di campetti all’aperto e tabelloni di legno. Poi, in palestra, curavo l’esecuzione dei fondamentali”

L’incontro con Tanjevic

Claudio Capone, classe 1965, nativo di Chieti, esordisce in Serie A nel 1981, a 16 anni, nella squadra della sua città grazie a coach Marzoli. A Caserta, nel 1985, l’incontro con coach Bogdan Tanjevic. “Tanjevic è stato il mio primo allenatore in Serie A. Quando vedeva il talento, ti buttava in campo senza troppi problemi. Ma era anche un grande formatore, ha costruito playmaker da 2 metri come Gregor Fucka e Dejan Bodiroga

A Verona la consacrazione, con Dado Lombardi

La consacrazione arriva a Verona, con Dado Lombardi. “Era un ex giocatore di personalità, tiratore e realizzatore. Come coach invece impostava tutto sulla difesa, all’opposto del suo stile da giocatore” Un carattere vulcanico e imprevedibile, ma pieno di umanità. “Capace di metterti in campo, toglierti e rimetterti senza neanche darti il tempo di capire, dovevi farti trovare pronto in qualsiasi momento. Ma ti responsabilizzava, sempre e comunque. Sapeva toccare le corde giuste

Tiri ignoranti, è lui il precursore

Ad Avellino, invece, Claudio Capone fu protagonista, nella stagione 1999-2000, di un tiro da quasi metà campo che sancì la prima storica promozione degli irpini nella massima serie. Per lui fu coniato il termine di "tiri ignoranti", quelli stessi tiri che sarebbero diventati, anni più tardi, il marchio di fabbrica di Gianluca Basile.

Europei di Malaga, grande rientro

Agli Europei di Malaga, Claudio Capone ha giocato sei partite in dieci giorni, 28 minuti e 13.8 punti di media a partita. Ha tirato 11 tiri liberi, segnandoli tutti. Cartellino di tutto rispetto, nonostante l’operazione alla spalla destra che lo tenuto per molto tempo lontano dal parquet. “Una esperienza – rimarca Claudio Capone – nata per caso quando ancora disputavo i campionati di C2 in Abruzzo. Sebbene la condizione fisica non fosse al top, sono rientrato in maniera spontanea” Con risultati apprezzabilissimi, che hanno contribuito ai successi della squadra.

Fondamentali, rimedio contro l’omologazione

Attualmente Claudio fa quello che lo appassiona di più, allenare nelle serie minori giovani ai quali trasmette ciò che essi stesso ha appreso in tanti anni da professionista. Allenatore del Teate Basket Chieti in CGold, è convinto assertore della necessità di puntare sull’insegnamento dei fondamentali per evitare un male sempre più diffuso nella nostra pallacanestro, l’omologazione.

Pallacanestro giovanile, atletismo predominante

Il giocatore lo devi valutare in palestra e sul campo, non da un video. Con i ragazzi passo anche intere sessioni in palestra a lavorare su un solo specifico fondamentale” I fondamentali rappresentano per Claudio Capone il rimedio all’atletismo che è sempre più predominante nelle manifestazioni giovanili. “A prescindere dai ruoli, tutti tirano da tre metri anche se hanno la possibilità di battere l’avversario nell’uno contro uno. Così si azzera la fantasia e il giocatore di qualità fatica sempre di più a trovare i propri spazi

Oggi coach, i fondamentali base irrinunciabile degli insegnamenti

Fondamentali come palleggio, partenza incrociata, partenza stessa mano stesso piede, finta di tiro oggi sono spesso trascurati. Il palleggio arresto e tiro e l’uscita dai blocchi sono, per esempio, cose che si vedono sempre meno ma io continuo a trasmetterli ai ragazzi. Oltre alla capacità di adeguarsi alla fisicità degli avversari, attraverso le finte e la velocità dei piedi” Considerazioni che rattristano l’ex giocatore che ha avuto la fortuna di condividere il parquet con giocatori che dei fondamentali hanno fatto una eccellenza.

I campioni del passato, esempi di tecnica pura

"Mario Boni sull’arresto e tiro era uno dei migliori, Carlton Myers e Antonello Riva sull’uscita dei blocchi erano fenomenali - ricorda Claudio Capone - E poi come non ricordare Predrag Danilovic e Roberto Brunamonti. Lo stesso Mike D’Antoni, con il suo arresto dalla linea del tiro libero, rimane un must. Spostato su un lato, vedeva i lunghi che tagliavano e le guardie che si aprivano. E quando sono andato a Verona, in squadra con me c’erano Claudio Malagoli e Pino Brumatti. Certo non più giovanissimi, ma erano un cristallino esempio di tecnica pura"

Dal passato al presente, Alessandro Angeli top scorer della MaxiBasket

Di tecnica pura ne ha ancora Alessandro Angeli, top scorer della Nazionale Maxibasket Over 55 ai Campionati di Malaga. Alessandro iniziò a giocare col ruolo di playmaker, lanciato in Serie A da Dado Lombardi. “Rimase impressionato dalla mia prestazione contro la sua Rimini, nel corso di un torneo a Ragusa” Con Claudio Capone condivide l’opinione sull’aspetto umano del coach toscano. “Sempre affettuoso fuori dal campo, in campo dava fiducia. Nei suoi schemi c’era sempre spazio per l’individualità del singolo, ti dava la giusta libertà di poterti esprimere

Ancora in attività, nelle serie minori

Cresciuto playmaker, le sue doti di realizzatore lo hanno presto portato al ruolo di guardia. Ruoli che ricopre ancora oggi nella Nazionale MaxiBasket. “Fondamentalmente io gioco play, Claudio gioca guardia. Ma tra noi i ruoli sono interscambiabili, a seconda delle necessitàProfessionista fino al 2011, in Serie B, a Palestrina, all’età di 46 anni, oggi milita in Serie D e con San Patrignano gioca in Promozione.

Personal trainer, allena anche sé stesso

A Rimini, sua città natale, ha una palestra dove fa il personal trainer. “Dopo aver allenato gli altri, ogni sera alleno gambe e braccia. Fare allenamenti con le squadre tre volte a settimana mi agevola ad affrontare gli impegni internazionali” Una forma fisica invidiabile, supportata anche da una corretta alimentazione, quasi maniacale “Mangio tutto, ma rigorosamente nelle giuste quantità”

Finale con la Serbia, prestazione maiuscola

I sacrifici comunque lo ripagano, nella finale con la Serbia si è contraddistinto per una prestazione maiuscola. Miglior realizzatore con 29 punti! “Nonostante la partita fosse tiratissima - specifica Alessandro Angeli - con la Serbia non abbiamo mai mollato. E nel finale, grazie a qualche contropiede, l’abbiamo portata via. Questa è un squadra che sa vincere, sa cosa deve fare. Nei momenti di difficoltà sa anche soffrire”

MaxiBasket Over55, squadra mai doma

Capacità di sofferenza messa alla prova nel corso di otto partite in dieci giorni ed esaltata da un gruppo molto unito. “Si è creato un bel gruppo, anche dal punto di vista umano - conferma Claudio Capone - Nei quarti contro la Germania, nonostante le difficoltà, non siamo stai mai domi. Essere tornato a giocare con ex giocatori e poter rivivere esperienze passate è stata una esperienza incredibile

Disponibilità ed affiatamento, armi vincenti

Ad unire i giocatori, una enorme disponibilità da parte di tutti “Tutti sono pronti a fare quello che sono chiamati a fare, se necessario fanno un passo indietro per un obiettivo che è da tutti condiviso - conclude Alessandro Angeli - Il nostro affiatamento è l’arma vincente” Perché in fondo il basket è una metafora della vita e delle sue difficoltà, ti insegna che le avversità si superano insieme.