Non si nasconde, Luca Cataldo. Lui che, vero artefice della rinascita della Milano del beach soccer, ha voglia di sbalordire e di arrivare in vetta. La semifinale raggiunta nella recente Coppa Italia, dopo aver eliminato Sambenedettese e Roma, è solo il primo tassello di un lungo percorso: «Un bel cammino iniziato anche con la prima tappa del campionato. Siamo fermi a quota zero punti, ma abbiamo perso le due gare solo ai rigori, sul campo siamo sempre stati all’altezza di squadre importanti».

Cataldo, partiamo proprio dal campionato

«Abbiamo fermato sul pari il Pisa, che arrivava da due anni di sole vittorie. Direi che il percorso tecnico è ottimo, certo poi bisogna anche vincere».

Penalizzati dai rigori in campionato, mentre in Coppa Italia  siete stati una bella sorpresa

«Non direi, visto che siamo consapevoli di avere una buona rosa; in semifinale abbiamo affrontato Catania, una realtà più pronta a queste partite. E siamo crollati di testa».

Per avete eliminato Sambenedettese e Roma

«Due partite di grande tensione e concentrazione; probabilmente quanto raggiungi un risultato che non ti aspetti hai poi un contraccolpo emotivo difficile da gestire. Comunque sì, chiudere tra le prime quattro d’Italia in Coppa è un grande risultato».

Ora un mese di stop in vista della ripresa della Serie A a Catania il 14 luglio

«Un mese dove lavoreremo, tanto. Nella prima tappa della Serie A siamo arrivati con ragazzi che non si erano mai allenati con noi. E anche se sono ottimi giocatori, non puoi pensare di competere con rose complete come quelle dei nostri avversari».

Città di Milano che si allena, però, a Novara...

«Già. Non abbiamo un campo casa fisso, siamo semi professionisti che si allenano come dilettanti, tre volte a settimana di sera dopo le 18.30. Gli altri svolgono allenamenti doppi tutti i giorni».

Come si può fare a colmare il gap?

«Difficile, ma noi andremo avanti per il nostro percorso con i nostre mezzi. E ci faremo trovare pronti. Stiamo parlando con Regione, c’è interesse ad aiutarci ma stiamo incontrando difficoltà a livello burocratico. Non sarebbe male avere supporto a livello pubblico e privato, perché anche se siamo uno sport di nicchia cresce l’ambizione, la società ma anche i costi del movimento».

Sarebbe bella una tappa della Serie A organizzata a Milano

«Non sarebbe male, serve qualche benefattore milanese che ci affianchi. Milano ha dei costi molto più alti di qualsiasi località italiana. E poi è difficile trovare qualcuno che appoggi il ‘Città di Milano’ se ci alleniamo in Piemonte. In Lombardia non esistono campi e senza campo non possiamo migliorarci, creare un settore giovanile, una Under 20 e una squadra femminile».

Obiettivi per questa stagione?

«Avere continuità di risultati per arrivare alle Finali Scudetto. Le prestazioni finora sono ottime, ma se non arrivano risultati rimarranno isolate e senza senso. E una volta raggiunte le Finali Scudetti, ci porremo obiettivi».