La Pallamano Ferrarin ha conquistato una storica promozione nella Serie A Bronze, ma ora chiede l’aiuto di tutti per poter disputare il campionato e tenere alto il nome di Milano. La partita decisiva è stata quella contro il Molteno, una squadra di un paese di 3.500 abitanti in provincia di Lecco da sempre avamposto della pallamano nostrana. Lì la squadra di Milano, nata nel 1978 in rappresentanza della scuola media Ferarin, ha vinto spingendo il club, che ha sede a San Donato milanese, al successo nella serie cadetta, con una squadra composta da ragazzi di undici nazionalità diverse: dalla Germania al Portogallo dalla Spagna alla Grecia, alla Francia, alla Croazia e poi anche Argentina, Bulgaria, Perù, Bangladesh. Oltre ovviamente all’Italia: «Il problema è che adesso per fare la serie A Bronze servono soldi che non abbiamo» sentenzia Angelo Strada, il presidente del club.

Presidente Strada, quindi come si fa?

«Non possiamo continuamente chiedere soldi alle famiglie dei ragazzi, quindi abbiamo aperto un crowfunding (PER CHI FOSSE INTERESSATO CLICK QUI). Servono almeno 30.000 euro».

Partiamo dalla fine: una grande stagione

«Direi proprio di sì, piena di soddisfazioni. Perché, oltre alla promozione dalla B alla A Bronze, abbiamo avuto anche risultati eccellenti a livello giovanile e il tesseramento è andato molto bene».

Ci da qualche numero sulla Pallamano Ferrarin?

«Abbiamo 170 tesserati, tra tecnici e atleti, coordinatori, responsabili di squadra e così via. I ragazzi sono oltre 140; inoltre abbiamo otto squadre, Under 13, 15, 17 e Serie A2 femminile, Under 13, 15, 17 e Serie B maschile».

Poi arriva il capitolo costi...

«Purtroppo la situazione è difficile perché a noi incide molto la spesa per le palestre; poi abbiamo investito su tecnici che sanno far crescere sia i giovani, sia la formazione seniores. E i risultati si vedono».

Ora arriva la Serie A Bronze: ma c’è davvero così tanta differenza a livello economico?

«Molta. Soltanto l’iscrizione al campionato passa da 3.000 euro per la Serie B agli oltre 10.000 per la Serie A Bronze, che è comunque la terza serie della pallamano maschile. E alla voce costi incideranno ora anche le trasferte più lunghe e un impegno maggiore dal punto di vista degli allenamenti. Complessivamente è un aumento di costi significativi».

Pallamano Ferrarin Milano, foto pagina facebook

Pallamano Ferrarin Milano, foto pagina facebook

Tipo?

«Chiedendo ad altre società con maggiore esperienza della categoria, si viaggia su un aumento di 40mila euro. Che si somma a quello che esiste quotidianamente».

E questo s’inserisce in un quadro che vede la pallamano in difficoltà nel mettersi in mostra a Milano

«Noi cerchiamo di fare tutto quello che è in nostro possesso per metterci in mostra, con interventi gratuiti dentro le scuole e così via. Lo sport piace, è molto veloce, dinamico, con gesti tecnici significativi. Ma la difficoltà maggiore sta nel trovare delle sponsorizzazioni. Noi abbiamo poca visibilità e, storicamente, la pallamano ha le sue roccaforti in piccoli centri, come Cassano Magnago, Leno e Molteno, paesi e comuni molto piccoli dove le piccole e medie imprese, che magari hanno il figlio che gioca lì, aiutano economicamente».

Ora il crowdfunding

«L’idea è nata perché avevamo il sentore che potevamo vincere il campionato e che investimento successivo sarebbe stato alto; è partito velocemente, poi si è fermato ed è ripartito di slancio. Abbiamo ricevuto contributi sparsi, anche da persone lontani da noi. Dobbiamo agire così, come dicevo non possiamo sempre chiedere alle famiglie dei sacrifici».

L’impresa della nazionale italiana, ai mondiali dopo quasi 30 anni, potrà aiutare?

«Aiuta certo, anche se partiamo molto indietro e senza particolari sogni di gloria. Ma guardiamo cos’è successo nell’atletica dopo le medaglie olimpiche, nel tennis con Sinner... speriamo di avere maggiore visibilità e di sfruttare il traino anche noi».

Quindi cosa possiamo sognare per la Pallamano Ferrarin?

«Di poter disputare la Serie A Bronze e di mantenere la categoria, ma soprattutto arrivarci senza problemi economici; poi, sotto sotto, il sogno maggiore è che questo salto in alto possa diventare il punto di riferimento per fare crescere i giovani e attirarne altri, allargare il bacino. Questo significherebbe aver lavorato bene».