A margine dell’evento X-Bionic organizzato da Colmar andato in scena a Milano la scorsa settimana il triathleta azzurro Michele Sarzilla della DDS-7MP Triathlon Team ci ha raccontato della stagione passata e di quella che deve arrivare, crocevia fondamentale per staccare il pass per le Olimpiadi di Parigi.

Una stagione da dimenticare quella appena passata o dalla quale imparare qualcosa?

“Stagione non semplice, forse perché è stata la prima da quando sono professionista in cui non sono migliorato. Per uno che è abituato a crescere fa un po’ fatica ad accettare il fatto di non essere migliorato e forse di essere arrivato al suo massimo”.

Ci dica…

“Questa è il secondo anno in cui mi sono cimentato nelle Wts, le gare di più alto livello. La prima stagione è differente, la fai senza pressioni, senza grandi aspettative, sei nuovo e accetti tutto ciò che viene. A fine anno tiri una riga e fai le somme. Quest’anno, invece, avevo delle aspettative e non è stato semplice accettare il fatto di non raggiungerle. Nonostante questo, siamo riusciti a portare a casa 4 buone gare e 4 buoni punteggi per la qualificazione olimpica, ovvero Cagliari, Parigi, Valencia e poi Brasilia”.

Per il pass olimpico si chiude a maggio…

“Per la qualificazione ce ne vogliono sei. Me ne mancano due, ho ancora 3-4 gare fino a maggio. Ho ancora queste quattro possibilità, due piazzamenti, due buone gare e chiudere il ranking olimpico intorno alla 20^ posizione (ora è al numero 22 ndr) come primo degli italiani. È importante chiudere come primo azzurro anche se poi i criteri di qualificazione li sceglierà e deciderà la federazione. Io devo dimostrare di meritarmi il posto”.

Il 2023 è ormai alle spalle, come giudica la stagione? Quale voto si dà?

“Speravo in un gran finale a Pontevedra a fine settembre, mi sentivo pronto, il tracciato stava alle mie caratteristiche. E, invece, è stata la peggiore gara dell’anno, ho perso gruppo in bici, non ho corso bene e ho avuto un piccolo infortunio al polpaccio. Sono arrivato tra gli ultimi. Volevo ritirarmi, ma non l’ho fatto perché faccio fatica a rinunciare a qualcosa. Con questa gara volevo prendermi delle rivincite e invece non è andata male, è andata malissimo… Un voto? 6,5”.

Lasciamo il passato al passato, l’obiettivo 2024?

“La qualificazione olimpica. A Parigi vorrei eguagliare Alessandro Fabian arrivato decimo alle Olimpiadi di Londra del 2012 e magari migliorare. Per me questo è l’anno buono, la mia prima e ultima possibilità visto che ho 35 anni”.

Come vivi il fatto che Parigi sarà la sua prima e ultima possibilità per i Giochi?

“Per ora bene, sono uno che funziona meglio quando è sotto pressione. Al contrario quando ho poca pressione mi rilasso. Invece, ora è: adesso o mai più, mi piace questa cosa. La vivo bene, ho iniziato l’anno convinto e vorrei raccontare questa esperienza al pubblico”.